mercoledì 5 dicembre 2007

ST LAWRENCE MARKET , TORONTO



La città di Toronto ha un aspetto variegato che mescola il passato recente con il futuro. Tutto questo le dà un'aria meravigliosa. Chi non lo crede può ascendere la CN tower, guardare il panorama e comprendere lo sviluppo sottostante e quindi discendere e dirigersi verso est. Sì a destra , ma siccome siamo in Canada meglio precisare l'est, lungo la Front Street. Hotel Royal York imperdibile, che ha retto all'attacco delle nuove catene alberghiere.
Union Station da non perdere. Sempre diritto con il lago Ontario a destra per chi non ha dimestichezza con la bussola. Il St. Lawrence Market si fa vedere presto. Aperto tutti i giorni, anche se la vita vera, con il caos ideale, incomincia il sabato. Decine e decine di bancarelle e stand all'interno di un capannone enorme. Il malcapitato italiano, alla ricerca del salmone affumicato e del succo d'acero, si trova sommerso da una quantità bengodiana di qualsiasi tipo di alimenti che riflettono il carattere multietnico di Toronto. Stupefatto per essere stato male informato si getta allora su tutto ciò che brilla come le gazze. Visti anche quelli con il famoso sandwich "peameal" che è tipico di Toronto e che ricorda gli anni in cui veniva chiamata "Hogtown" ovvero "Città dei suini". Un sandwich di lombo di maiale tagliato a fette, messo sul grill.
Esperienza indimenticabile. Desiderio di assaggiare tutto. Vociare di mondi.
Il sabato dall'altra parte della strada c'è il Farmer's market con i contadini che vendono i loro prodotti direttamente. E per chi ha già visto tutti i mercati del mondo non c'è che aspettare la domenica e al posto dei contadini il mercato coperto diventa un mercatino del modernariato con tutto ciò che fa Canada di ieri e di oggi. Di tutto. Ho trovato gemelli vittoriani bellissimi. Ho visto una incredibile valigia-baule di primo novecento. Una di quelle che si aprono e si trasformano in quattro scompartimenti con lo spazio per ogni articolo. Valigie che sarebbero rifiutate dai musei dell'emigrazione perchè metterebbero troppo in evidenza la differenza con le valigie di cartone.
Non sarebbe bastato togliere le etichette di St.Moritz, London Palace Hotel Paris, Imperial Hotel Kyoto, Royal Picardy, Grand Hotel Oslo. Memorabili. Estasiato anche il mio amico Tony che non c'era mai stato, ma che certamente qualche domenica mattina abbandonerà la pace di Woodbridge per andare in bassa città a cercare anche lui nelle vite degli altri, dove c'è sempre qualcosa che interessa noi, anche soltanto per un momento.
Ogni tanto mi viene in mente quella bella valigia. E solo adesso quando vedo qualcosa che mi piace, quasi sempre non aspetto il giorno dopo.




Nessun commento: