giovedì 10 maggio 2007

L'ATTRAZIONE DEI FARI




Qualche anno fa un tour operator italiano aveva inserito nel suo programma di vacanze un itinerario che percorreva la via dei fari nel Quebec. Partenza da Montreal seguendo dei tracciati quasi convenzionali, ma con l'accento sui fari e soprattutto sulla possibilità di pernottare in alcuni di essi. Poi per una storia e l'altra non sono mai riuscito a pernottare in nessuno di essi. Nonostante questo contrattempo, i fari del Quebec, soprattutto quella della regione della Gaspesie, fanno parte della mia esistenza. Un articolo apparso recentemente sul Corriere della Sera firmato da Aldo Grasso mi ha rafforzato l'idea di parlarne. Il guardiano del faro di Henryk Sienkiewicz, ma anche i guardiani del mare nostrani con tutti i fari con le loro storie da raccontare. Non ultimo il libro di Federico Moccia, Scusa se ti chiamo amore con il faro che rappresenta forse una fuga, forse il desiderio di andare o magari soltanto la voglia di isolarsi con noi stessi di fronte la mare. Teneri i fari con le loro evocazioni. Lungo il maestoso san Lorenzo, museo faro di Matane, Rivière -la- Madeleine, Cap-des-Rosiers e soprattutto quello di Percè. Faro classico dipinto di bianco con il tetto e le rifiniture rosse. Posizione dominante per ammirare la Percè Rock riscoperta da Champlain. Roccia imponente che si staglia nell'acqua con il suo caratteristico arco. Fari della nostra passione, delle nostre meditazioni che ci accompagnano nel nostro girare attraverso tutto il mondo. Quelli che poi ti si stagliano davanti quando ti svegli una mattina e al posto del San Lorenzo c'è magari il Po di Goro. Delta esaltante con il suo faro bianco che non ti aspetti e che ti aiuta ad andare lontano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Grizzly Bear
bello l'articolo sui fari che mi hanno fatto ricordare uno dei più famosi d'Italia, soprattutto per me che sono ligure e cioè La Lanterna di Genova.