Mi capita spesso di dover parlare del Canada di tutti i giorni. Il visitatore abbandona ad un certo punto l'interesse per il paesaggio e i musei per chiedersi com'è la realtà quotidiana. A Toronto, città nota per l'alta percentuale di italiani, la domanda è quasi di rito. La lingua è ancora diffusa, i ristoranti ovunque, le insegne delle ditte di costruzioni tappezzano la città. Italiani. Centinaia. Migliaia. Recentemente ci sono state le elezioni provinciali. Quelle che il visitatore non sempre intende. Che bisogno ha il Canada di elezioni, ha davvero dei problemi? Italia sempre presente. Il governo liberale uscente di Dalton McGuinty è stato rieletto ed ha rivinto con 71 seggi su 103, 26 ai conservatori e 10 ai neodemocratici. Percentuali dei votanti attorno al 52%.
I problemi che il nuovo governo dovrà affrontare nei prossimi 4 anni sono legati ai nuovi contratti di lavoro dei dipendenti provinciali, aumento delle tasse di proprietà ovvero l'Ici, i finanziamenti delle municipalità. Dovrà poi decidere il programma nucleare, che l'opposizione dei neodemocratici osteggia e che potrebbe ritardare l'aggiornamento tecnologico delle centrali attuali. Siamo sempre nel paese che ha fondato Greenpeace. Ci sono infine le nuove rivendicazioni territoriali da parte dei nativi che richiedono pazienza e soprattutto un approccio pacifico. Paese che vai.
A titolo di curiosità, a Sudbury, Rick Bartolucci ha ottenuto il 58% dei voti contro il 27% di Dave Battaino. A Toronto Vaughan, Greg Sorbara si è attestato sul 62% contro il 20% di Weerasighne Gayani e il 12% di Rick Morelli. A Toronto Trinity Spadina, Rosario Marchese ha raggiunto il 41% dei voti contro i il 32% di Kate Halloway e lo 0.3 % di Silvio Urzomarzo.
Città e quartieri per chi l'Italia. Segno anche che, oltre che a funzionare, gli italiani si sono integrati con proprietà nel sistema. In Ontario e non solo.
Municipio di Toronto
martedì 16 ottobre 2007
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