giovedì 22 novembre 2007

FORT MCMURRAY, ALBERTA



L’idea di Canada è associata a natura incontaminata, spazi enormi, animali vagabondi.

Idea valida anche se poi troppe persone finiscono per affollare le città con la scusa che sono più vivibili, salvo poi peregrinare per i grandi magazzini alla ricerca di regali da portare a casa.

Fort McMurray si trova a circa 300 chilometri a nord di Edmonton in Alberta. Centro per il commercio delle pelli diventata città in crescita di oltre 80.000 abitanti. Qui l’idea di Canada ha

un sussulto. Qui si celano oltre 180 miliardi di petrolio sotto forma di sabbie bituminose che mettono il Canada al secondo posto tra i futuri produttori di greggio. E’ la corsa all’oro nero dove purtroppo l’ecologia non ha posto. La separazione degli idrocarburi dalla sabbia era un processo costoso quando il petrolio costava 20 dollari al barile, ma adesso che è quasi a 100 dollari è un affare enorme. Ovviamente le foreste salvate finora dai nativi sono martoriate. 50.000 chilometri quadrati di foreste già deturpate. Tumori in aumento a causa dell’inquinamento del fiume Athabasca, utilizzato per lo scarico delle acque di lavorazione, crescita immobiliare disordinata, denaro al primo posto, piogge acide dappertutto, emissioni di gas a effetto serra in aumento esponenziale. Scavatrici dappertutto. Le società petrolifere arrivate da ogni dove. Salari enormi per distrarre dai problemi conseguenti al disastro in atto.

A poche ore di auto a nord di Banff, lake Louise.

Questo è il Canada che non vogliamo

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