Il grizzly bear deve il suo nome alle striature bianco-argentate del suo pelo nero bruno. Nonostante il nome scientifico lo renda ancor più minaccioso, l' Ursus arctos horribilis è un animale imponente che raggiunge anche i 2.5 metri d'altezza e i 600 chilogrammi di peso e ha una notevole agilità che lo rende veloce come un cavallo. Le sue unghie sono lunghe fino a 10 centimetri e lo sanno bene le marmotte e i cervi caduti sotto di loro, nonchè i salmoni afferrati durante la risalita dei fiumi. E anche qualche incauto turista che ha pensato bene di dar loro del cibo. La gobba sulle spalle serve per dare forza alle zampe posteriori. Oltre la metà dei circa 13.000 grizzly canadesi vive nelle vaste foreste di conifere del British Columbia. Sono animali notturni e quindi non è facilissimo incontrarli, ma la loro vista appaga il sogno della persona curiosa sia per il loro modo caracollante di incedere, sia per la loro indipendenza in un habitat ancora largamente loro.
mercoledì 28 febbraio 2007
GRIZZLY BEAR
Il grizzly bear deve il suo nome alle striature bianco-argentate del suo pelo nero bruno. Nonostante il nome scientifico lo renda ancor più minaccioso, l' Ursus arctos horribilis è un animale imponente che raggiunge anche i 2.5 metri d'altezza e i 600 chilogrammi di peso e ha una notevole agilità che lo rende veloce come un cavallo. Le sue unghie sono lunghe fino a 10 centimetri e lo sanno bene le marmotte e i cervi caduti sotto di loro, nonchè i salmoni afferrati durante la risalita dei fiumi. E anche qualche incauto turista che ha pensato bene di dar loro del cibo. La gobba sulle spalle serve per dare forza alle zampe posteriori. Oltre la metà dei circa 13.000 grizzly canadesi vive nelle vaste foreste di conifere del British Columbia. Sono animali notturni e quindi non è facilissimo incontrarli, ma la loro vista appaga il sogno della persona curiosa sia per il loro modo caracollante di incedere, sia per la loro indipendenza in un habitat ancora largamente loro.
martedì 27 febbraio 2007
RICETTA PER GUSTOSE CREPES ALLA QUEBECCHESE
LIEVITO IN POLVERE 5 gr.
ZUCCHERO 1 cucchiaio
SALE 1 pizzico
UOVO INTERO 1
LATTE ¼ lt.
Lasciate riposare per una mezz’oretta la pastella che dovrà essere densa quel tanto che basta a mantenere la forma tondeggiante delle crêpes, raggiungendo lo spessore di circa mezzo centimetro. Con l’esperienza, imparerete a dosare adeguatamente gli ingredienti in quanto la qualità della farina è determinante.
Ora manca solo lo sciroppo d’acero da versarci sopra… e in attesa che andiate da Pierre a farne un’adeguata scorta… vi suggerisco di cercare con attenzione al supermercato nel reparto dei preparati per dolci, tra la maizena ed i canditi, e troverete le bottigliette di questo nettare, tra l’altro squisito sostituto dello zucchero nelle bevande.
Prossimamente: Storia dello sciroppo d’acero
lunedì 26 febbraio 2007
LE MITICHE CREPES DI PIERRE FAUCHER
Pierre è il mitico fondatore della Sucrerie della Montagne, una fattoria che produce sciroppo d'acero situata a Rigaud, a circa un'ora da Montréal e della Cabane à Pierre nei pressi della città di Québec. E' possibile visitare entrambe le fattorie per scoprire come viene prodotto lo sciroppo d'acero e, su prenotazione, assaggiare le specialità locali al ritmo della musica tradizionale.
In Bit Pierre ha offerto le sue crêpes in due versioni: la prima solo con sciroppo d'acero e la seconda con salmone, cream cheese con erbe, capperi, limone e un goccio di sciroppo d'acero. SLURP!
venerdì 23 febbraio 2007
NELLY FURTADO in “Get Loose” Tour
Nota in tutto il mondo dal 2000 con l’uscita dell’album “Whoa, Nelly”, la cantautrice canadese di discendenze portoghesi ha uno stile esotico, caratterizzato da un approccio musicale eclettico ed una continua sperimentazione con strumenti, suoni, generi e stili vocali diversificati.
giovedì 22 febbraio 2007
LE CASCATE DEL NIAGARA
La mia generazione, cresciuta con il mito di Marilyn Monroe, ha accettato per anni che l'escursione alle cascate del Niagara fosse una propaggine della gita a New York. Un'ora di volo oltre al tragitto in autobus per coprire i quasi 800 chilometri che separano le due località. Nessuna polemica. Toronto, però, è soltanto a un centinaio di chilometri, proprio dalla parte opposta del lago Ontario. Anzi, visto il tema, perchè non aggiungere che in fondo le cascate a ferro di cavallo, "Horseshoe Falls" quelle della memoria, dei viaggi di nozze, le cascate per antonomasia, quelle che quando gelano fanno davvero rabbrividire, quelle dove l'anima penetra nei gorghi incessanti, si ammirano dalla parte americana, ma sono canadesi soltanto canadesi.
Le cascate del Niagara hanno un salto di appena 52 metri e la potenza dell'acqua è stata ridotta per alimentare una centrale idroelettrica, ma sono quelle meglio conosciute al mondo soprattutto per lo scenario che le racchiude e anche per la loro storia. Visitarle significa fare un tuffo nella storia canadese ed arrivarci dopo aver magari attraversato i frutteti e le vigne della mite penisola di Niagara dove si produce l'ormai famoso anche da noi ice-wine, dopo aver passeggiato lungo le caratteristiche strade del villaggio ottocentesco di Niagara-on-the- Lake. E passare poi da Johnston che si trova a pochi chilometri dalle cascate e ha un rilievo storico curioso ed importante. Durante la semi-sconosciuta guerra del 1812 tra americani e inglesi , il generale Isaac Brock che aveva dislocato almeno 1.500 soldati che comprendevano anche nativi Mohawk e coloni canadesi, respinse l'attacco delle truppe americane che fu ferito a morte durante le operazioni di guerra. L'evento è commemorato da una imponente statua che ci porta indietro nel tempo poco prima di vedere da vicino l'erosione millenaria del fiume Niagara che ha poi creato le cascate. Cascate come scusa per appropriarci di un luogo quasi scontato arrivandoci per gradi, pensando a Ralph Waldo Emerson e alle sue teorie sull'inaccessibilità della mente e del suo flusso che come le cascate non si possono risalire. Pensieri forse eccessivi per un luogo che ancora canta la forza della natura.
mercoledì 21 febbraio 2007
IL QUEBEC ALLA BIT
All'interno dello stand si presentano al pubblico italiano gli enti del turismo di Montréal e della città di Québec, il Parco Olimpico di Montréal, le due linee aeree Air Canada e Air Transat, la catena alberghiera Chaîne Hôte, e i due operatori canadesi Receptour e Jonview.
La provincia del Québec, da me visitata più volte, si contraddistingue per i suoi grandi spazi, i suoi paesaggi incontaminati e le sue città così diverse l'una dall'altra. L’eredità francese la rende unica e speciale in tutto il continente.
Avendo scelto come nickname "Blue Whale" non posso fare a meno di parlarvi del Fiume San Lorenzo. Questo maestoso fiume con i suoi 3.058 km è una delle zone migliori nel Nord America per l’osservazione delle balene. Ne sono state avvistate ben 13 specie diverse tra cui ad esempio la balena Beluga, la balena blu, la Minke e la Humpback. L’avvistamento è garantito da maggio a ottobre e le escursioni possono essere effettuate in gommone o in battello. Anche se ci sono parecchi turisti vedere da vicino una balena è sempre un'emozione incredibile!
Sono comunque da non perdere anche le città: Montréal e Québec sono davvero fra le più interessanti del Canada. Montréal, seconda città di lingua francese al mondo, si trova su un’isola del fiume San Lorenzo e si estende su vari livelli fino a culminare nel Mont Royal. È una città moderna, sofisticata che sa combinare spirito europeo e stile di vita nord americano. In particolare da non perdere la città sotterranea, una rete di 60 km di percorsi sotto terra che collegano tutti gli edifici del centro.
La città di Québec, capitale della provincia, è circondata da foreste e laghi ed è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1985. E' una città veramente incantevole, un’enclave romantica di stradine acciottolate ed eleganti edifici storici. Québec mantiene praticamente intatta la sua parte storica ed è l’unica città fortificata in America a Nord del Messico. Veramente una super chicca: parola di balena!
martedì 20 febbraio 2007
LA BANDIERA DEL CANADA
Pensate, ha compiuto 42 anni lo scorso 15 febbraio, data in cui per la prima volta fu issata sulla Collina del Parlamento a Ottawa nel 1965.
Seppur giovanissima, oggi emblema di una nazione costituitasi in Confederazione (Ontario, Quebec, Nova Scotia, New Brunswick) nel 1867 con il British North American Act – Constitution Act, ha dietro di sé una articolata storia.
I primi tentativi di rappresentarsi con un simbolo distintivo tra le nazioni dell’Impero Britannico risalgono agli anni poco dopo la I Guerra Mondiale: il contributo fondamentale dei canadesi tra le Truppe Alleate durante il conflitto li fecero sentire una vera nazione; nel 1921 Re Giorgio V aveva designato quali colori ufficiali del Canada il rosso e il bianco; già dal 1834 (Société Saint-Jean-Baptiste, 24 giugno) la foglia d’acero, albero diffusissimo nei territori dell’Est e da sempre sfruttato dai nativi per le sue proprietà alimentari, si era imposta come emblema del paese.
Si susseguirono negli anni diverse proposte ma soltanto con l’avvicinarsi del primo centenario (che sarà festeggiato con l’Expo67 a Montreal) l’allora Primo Ministro Lester B. Pearson perorò la causa della bandiera nazionale, in sostituzione del Canadian Red Ensign e dello Union Jack.
Furono vagliate ben 5.900 proposte molte delle quali inviate dagli studenti (tra cui la mia… un castoro su campo bianco tra due fasce verdi!).
Prevalse infine la foglia rossa stilizzata a 11 punte disegnata da Jacques St. Cyr quale felice sintesi delle peculiarità storiche e geografiche della nazione.
Qualche vessillologo o storico intessato? Approfondimenti su questo sito
Curiosità: in un film recentissimo ho notato che alle spalle di un protagonista garrivano numerose bandiere tra cui quella canadese, così come la vedete oggi… peccato che il film sia ambientato negli anni 50 quando ancora non era stata creata!
lunedì 19 febbraio 2007
QUESTO BLOG E' UN POTLACH
Ci piacerebbe poterlo associare al concetto di Potlach, cerimonia rituale in cui i nativi nordamericani si incontravano per scambiarsi in modo disinteressato doni e conoscenze importanti per la vita degli individui e delle comunità.
Pur non volendoci sostituire allo scomparso Ente del Turismo Canadese e al prossimamente in chiusura Consolato Generale del Canada di Milano, ci auguriamo che questo blog possa contribuire a colmare un vuoto istituzionale fornendo notizie utili a chi desidera conoscere meglio il paese.
Grizzly Bear (Ernesto)
Feuille d’érable (Ginette)
Blue Whale (Lucia)